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venerdì 12 giugno 2015

Il narcisista perverso e le sue tattiche


Induzione (suggerire l'idea all’altro)
La grande forza del narcisista perverso è l'arte dell'induzione. Essa si applica per provocare sentimenti negli altri, reazioni, azioni, o, viceversa, per inibirli. Lui agisce in un certo qual modo come un mago malefico, un ipnotizzatore abusivo. Evitando di esprimere all'altro ciò che pensa, di illuminarlo sulle sue intenzioni, procede per allusione, senza mai compromettersi. Procede allo stesso modo se intende negare un qualcosa a priori. L'altro, che non aveva intenzione di chiedere nulla, si sentirà preso in contropiede senza sapere esattamente perché:  si riprometterà allora di non chiedere nulla che possa mettere in dubbio la sua onestà personale, entrando inconsapevolmente nel gioco del perverso narcisista. Quest'ultimo, oltre a tenere sotto controllo la sua "vittima" imposterà volentieri il suo discorso su un messaggio moralizzatore e si mostrerà come un essere "  nobile e puro",  forzando l'altro, che non vuole essere rifiutato, ad identificarsi in questa morale.

Incoerenze e contraddizioni.
Felice e orgoglioso del suo colpo, il perverso narcisista potrà anche elogiarsi presso terzi del suo successo, affermando: “l'altro lo aveva meritato, poiché era troppo stupido e ingenuo”. Ma anche quando le contraddizioni del suo comportamento scoppiano, seminando dubbi sulla sua personalità, sulle sue intenzioni o sulla sua sincerità, riesce generalmente a recuperare i suoi errori e ripristinare la bella immagine di sé che ha lasciato fendere per mancanza di prudenza. Affermerà allora, per esempio, che ha scherzato e cercava soltanto di testare il suo interlocutore. Di solito, gli si scuserà tutto, perché sa rendersi simpatico e soprattutto perché ha sempre una spiegazione per giustificare un comportamento improvvisamente contraddittorio. L'errore "  disastroso"  sarà messo sul conto di una debolezza momentanea, di una stanchezza, di un sovraffaticamento, di una malattia. Concludendo insomma, si dirà che ogni persona "perfetta"  è fallibile.
"Il perverso narcisista è capace di sostenere un punto di vista un giorno e difendere le idee inverse l'indomani, giusto per fare rimbalzare la discussione o, deliberatamente, per colpire. " (Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali", pagina,108)

L'uso di messaggi paradossali.
Il narcisista perverso si compiace nell'ambiguità. Con i suoi messaggi paradossali, doppi, oscuri, blocca la comunicazione e pone la sua vittima nell'impossibilità di fornire delle risposte appropriate, poiché non può comprendere la situazione. Si esaurisce a trovare soluzioni che saranno per definizione inadatte e respinte dal perverso di cui susciterà le critiche ed i rimproveri. Completamente sconcertata, affonderà in depressione o nell’angoscia (vedi  Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali", "  La comunicazione perversa", p. 111). 

Calunnie e insinuazioni
Il narcisista perverso ha il talento di diffamare senza dare l’impressione di toccare, prudentemente, dando l'apparenza di obiettività e della massima serietà, come se non facesse che riportare parole che non sono sue. Spesso non porta un'accusa chiara, ma si accontenta di allusioni velate, insidiose. Alla lunga, riuscirà a seminare il dubbio, senza avere mai pronunciato una frase che potrebbe farlo cadere sotto un'accusa di diffamazione. Utilizzerà il potere della ripetizione e non cesserà di mettere in dubbio l'onestà delle intenzioni dell'avversario che vuole abbattere, in base alla tendenza umana di credere "che non c'è fumo senza arrosto ".

Uso di false verità enormi e credibili.
La comunicazione perversa è al servizio di questa strategia. È fatta prima di false verità. Successivamente, nel conflitto aperto, fa aperto ricorso, senza vergogna, alla menzogna più grossolana. Qualunque cosa si dica, i perversi trovano sempre un modo per avere ragione, tanto più che la vittima è già destabilizzata e non prova, contrariamente al suo aggressore, alcun piacere a polemizzare. Il turbamento indotto nella vittima è conseguenza della confusione permanente tra la verità e le menzogne. La menzogna nei perversi narcisisti si fa diretta soltanto durante la fase distruttiva. Si tratta allora di una menzogna a dispetto di ogni evidenza. É soprattutto e prima di tutto una menzogna convinta che convince l'altro. Indipendentemente dall'enormità della menzogna, il perverso vi si aggrappa e finisce per convincere l'interlocutore. Verità o menzogna, ai perversi importa poco: è vero ciò che dicono in quel dato momento. Queste falsificazioni della verità sono a volte molto vicine ad una costruzione delirante. Qualsiasi messaggio che non è formulato esplicitamente, anche se ne traspare il senso, non deve essere preso in considerazione dall'interlocutore. Poiché non vi è alcuna traccia oggettiva, non esiste. La menzogna risponde semplicemente ad una necessità di ignorare ciò che lede il suo interesse narcisistico. Questo è il motivo per cui si vedono molti perversi circondare la propria storia di un grande mistero, che induce l'altro a farsi una convinzione senza che sia stato detto nulla: “nascondere per mostrare senza dire.” (Marie-France Hirigoyen, Molestie morali, pagina 94).

Porsi come una vittima
In occasione delle separazioni, i perversi si pongono come vittime abbandonate, dando loro il ruolo migliore e permettendo di attirare un altro partner, consolatore. Può farsi passare per debole, per “il cane perso senza collare”, cane bastonato dagli occhi tristi, di cui vorranno  precisamente occuparsi le donne materne, devote, quelle con la vocazione di crocerossina, quelle che esistono soltanto dalla devozione agli altri, coloro che diventeranno la loro futura vittima. Questo al fine di farle cadere nella sua rete. Egli, infatti, ha un talento incredibile nell’impersonare il ruolo di vittima. Come un incredibile talento nel fingere di essere malato o irresponsabile o approfittare di una malattia (reale o immaginaria),di un incidente, usare o approfittare di un handicap reale, ecc..

Inibizione del pensiero critico della vittima
Durante la fase di condizionamento, l'azione del perverso narcisista sulla sua vittima consiste principalmente nell'inibirne il pensiero. Nella fase successiva, suscita in lei sensazioni, azioni, reazioni, attraverso meccanismi di ingiunzione o di induzione. "Se l’altro ha sufficienti difese perverse per giocare al rilancio, si scatena una lotta perversa che si concluderà soltanto con la resa del meno perverso dei due. Il perverso cerca di spingere la sua vittima ad agire contro di lui (a farla agire in modo perverso)per poi denunciarla come "cattiva". Ciò che conta è che la vittima sembri responsabile di quello che le capita. " (Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali" a pagina 122). La cosa più difficile per la vittima è non entrare nel gioco, nei particolari giochi di conflitti artificiali, causati dal perverso.

Tattiche estreme (sul punto della confusione)
Se un'esaltazione può condurre il perversa narcisista a commettere degli atti di violenza, evita accuratamente di farsi "spedire"  alla polizia e alla giustizia. "Costretto, può farsi passare per matto, irresponsabile dei suoi atti, perché si sa che i matti possono permettersi tutto“(articolo 122-1 del nuovo codice penale)( Philinte, in “Le Misanthrope “)