Nuovo cinema

Nuovo cinema

domenica 26 ottobre 2014

Pensieri e ricordi inusuali


Quello che faticherò sempre a comprendere è l' affidare ad un blog delle parole che dovrebbero arrivare a qualcuno, quando quel qualcuno si può contattare con una mail privata o una telefonata o altro ancora.
L' esclusività e riservatezza dei rapporti è importante per la comprensione reciproca e perché le relazioni umane evolvano positivamente.
Evitare questo modo di comunicare diretto è fuorviante e nasconde altro.
Nel suo essere non diretto diventa poco chiaro ed equivoco appunto, perché la prima cosa che il lettore giustamente si chiede è "rientro nel destinatario del messaggio?" e la risposta è forse si e forse no.
Si può fingere di non aver letto, di non aver compreso che si fosse destinatari di cotanta attenzione.
Il dubbio e la poca chiarezza diventa alibi sia per chi scrive che per chi legge e ancora per chi dovrebbe leggere in quanto destinatario reale, per sottrarsi prima o dopo da eventuali conseguenze o interpretazioni troppo aperte di qualcosa che alla fine può essere tutto, ma anche il suo contrario.
Personalmente interpreto la cosa come una perdita di tempo, ma anche un voler non superare determinati ostacoli personali.
La comunicazione è efficace quando avviene in modo chiaro e inequivocabile.
Saprete che una persona vuole avervi tra le sue amicizie o rete di relazioni sociali quando vi contatterà tramite i mezzi tradizionali, ossia il telefono, la mail e altro ancora ( come sopra ) e non quando visiterà un vostro profilo su un social network.
Quando una persona conta davvero non c'è limite alcuno e le parole devono arrivare dirette, anzi ci si assicura che arrivino dirette e senza equivoci.
Il resto non conta, non deve contare.
Dal momento che internet ha regalato a molti la possibilità di vivere rapporti visionari e non reali, si è andati a confondere anche la decodificazione dei linguaggi.
In un rapporto reale e sincero tutto si svolge su un piano diretto, il linguaggio è diretto; in un rapporto visionario e non reale la comunicazione diventa emoticons, destrutturazione del linguaggio diretto per formare immagini fittizie e forme di comunicazione fittizia come un saluto non più espresso come tale in forma di semplice " ciao ", ma come suono prodotto dallo squillo del cellulare o appunto visite ai profili virtuali.
E poi ci sono gli accavallamenti e gli incroci che quando si traducono nell' uso di strumenti reali e diretti di comunicazione nel caso di rapporto virtuale sono sempre positivi, quando invece portano la sintesi tecnologica nei rapporti reali diventano mortificazione.
"mi ha mandato uno squillo questa sera, cosa vorrà dire?" nulla, cosa vuol dire uno squillo?
"che mi pensava"
no! vuol dire che non aveva tempo per un pensiero che fosse qualcosa di più concreto e reale o non ne aveva voglia.
Del resto ipotizziamo un litigio tra una persona che si dice illusa da un uomo che le mandava emoticons e squilli ad ogni ora.
" Io credevo che volessi di più da me! credevo facessi sul serio!"
"Quando lo avrei detto?"
" mi squillavi ogni secondo, vuol dire che mi pensavi..."
e lì vi renderete conto di aver camminato su una lama che lentamente si inclina e vi fa scivolare dall' altra parte.
" io volevo solo salutarti"/ " il gattino per errore ha posato una zampina sul mio smartphone e sono partiti un po' di squilli a raffica "
Ah!
Questo è quello che intendevo all' inizio del mio discorso, una comunicazione diretta è l' unico mezzo efficace per dirsi risolti nelle relazioni sociali.
Non perdete tempo con segnali fumosi che non porteranno a nulla.

mercoledì 23 luglio 2014

Come si smonta la rabbia


La rabbia di cui parlo non è quella caratteriale, non ho alcun titolo per risolvere un elemento cronicizzato.
Mi riferisco invece a quell' impeto spontaneo che abbiamo quando una persona in cui confidavamo ci crea un torto.
Tanto più è alta la considerazione e la stima della persona dietro cui abbiamo perso tempo, tanto più è la rabbia dettata dalla disillusione.
Come realizziamo che l' altro è diverso dalle nostre aspettative, perché si comporta in modo indegno di noi, vorremmo demolire o meglio disintegrare anche il solo ricordo della persona.
A dire la verità vorremmo anche disintegrare la persona.
Vorremmo che fosse consapevole anche lei che se si è sprecato tempo e altro è solo perché pensavamo che lei fosse bella e virtuosa, invece dal momento che la stessa si è rivelata essere mediocre, in noi nasce il tentativo di far aprire gli occhi anche al soggetto in questione.Come a voler lasciare un senso di profonda vergogna per le azioni compiute in nostro danno.
Da questo momento in poi si aprono mille porticine.
C'è chi si dedica alla pura vendetta con punteruoli che accarezzano lucide carrozzerie d' auto, c'è chi persevera nello stalking chiamando pedissequamente per ricordare al soggetto quanto faccia schifo e c'è chi in maniera più sana si dedica all' elaborazione di quanto vissuto e all' oblio del passato.
Considerando che l 'opzione 3 è l' unica che ci salvaguarda da una denuncia penale e che magari ci regala un po' di sollievo concentriamoci su questa.
Partiamo intanto con il chiarire che essere signori non vuol dire tenersi dentro tutto. Se una persona ci fa un torto noi abbiamo il pieno diritto di dire prontamente all' altro che il suo modo di fare è pura violenza per noi e pertanto ogni discorso è chiuso ( ovviamente sono stata molto sintetica e diplomatica nell' uso dei termini, ma in questa e solo in questa occasione è lecito tirar fuori tutto quello che tenevamo nel cilindro nero ).
Da quel momento in poi dedichiamoci il tempo di vivisezionare minuziosamente e solo simbolicamente il soggetto al fine di realizzare e di maturare in noi quel sentimento di compassione che porta a guardare dall' alto e con distacco la persona.
Se un uomo verso il quale ci siamo comportate con sincero entusiasmo ha agito male, non è per colpa nostra, ma per un suo problema, perché chi riceve del bene non può relazionarsi in modo negativo.
Fa parte dell' educazione di base.
Nessuno può costringersi a provare sentimenti diversi da quelli che nutre, ma questo non deve spingere ad autogiustificarsi per comportamenti maleducati verso persone che invece hanno avuto fiducia e agito in modo positivo.
Verso chi è maleducato anche la notra rabbia è sprecata, tramutiamola in compassione perché chi è maleducato prima di tutto è ignorante e da una persona simile non ci si può aspettare nulla di meglio.


giovedì 17 luglio 2014

La dieta Grano Zero

Si sa che con l' arrivo dell' estate le riviste per restare o tornare in forma hanno molto successo, se poi si riesce a pubblicare un intero libro di 360 pagine su una teoria fantasmagorica siamo a cavallo.
L' autore è William Davis e il libro è La Dieta Zero Grano.
Mi ha incuriosita perché da tempo analizzo le interazioni tra alimenti diversi e le reazioni del corpo all' assunzione degli stessi.
Sono convinta che ogni fiore di broccoletto o Big Mac si comporti nei mio pancino con la stessa potenza della pillola contraccettiva serale, da qualche parte del mio corpo il danno o il beneficio avverranno.
Inoltre, pur non essendo celiaca, mi sono sempre poste domande sull' origine di questa malattia comunque nuova, quindi risultato di qualche modificazione recente sui cibi.
Pertanto sono propensa a credere che le modificazioni genetiche sul grano debbano aver portato conseguenze importanti come la celiachia.
William Davis afferma e motiva questo con fonti più solide della mia.
L' autore è un cardialogo e riporta diversi casi clinici da lui risolti proprio tramite l' eliminazione del grano dall' alimentazione del paziente. I benefici andrebbero dall' eliminazione dell' alopecia alla remissione di vari stati infiammatori. In alcuni pazienti si verifica anche una riduzione di peso, ma a mio avviso questo non è dovuto propriamente all' eliminazione del grano.
Collego sicuramente l' aumento di determinate patologie all' assunzione del grano, ma non l' obesià.
A supporto dei miei dubbi riporto questa tabella dove in colore giallo chiaro vengono delimitate le aree dove la concentrazione di individui obesi è < 5 % e man mano che l' intensità del colore è più accesa fino ad arrivare all' arancio le aree indicano uan concentrazione di individui obesi pari al 50 - 55%




E' evidente che l' area relativa all' America del nord ha un importante presenza del dato in esame e stando all' autore il principale indiziato sarebbe il grano. Se così fosse l' Italia, maggior consumatore di pane e pasta al mondo, dovrebbe avere un' area marcatamente rossa, invece abbiamo una buona percentuale di individui magri rispetto a quelli obesi. L' analisi della distribuzione e della frequenza della celiachia in Europa e in America non rafforza l' ipotesi di un collegamento tra maggior consumo di prodotti a base di glutine e malattia.
L' autore commette l' errore di sottointendere che l' alimentazione dei nostri nonni fosse identica alla nostra, con l' unica differenza nella qualità dello stesso prodotto.
Ossia mia nonna mangiava un piatto di spaghetti ed era sana, perché quel grano non era geneticamente modificato, mentre io mangio un piatto di spaghetti realizzati con farine ormai interamente modificate.
Io mi ammalo, lei ha campato cent' anni.
Mi risulta che nel nord America più che un piatto di spaghetti con pomodorini freschi mangino roba più o meno così


E che mangiare cibo qualitativamente scadente e molto grasso sia un fattore culturale.
I miei nonni non mangiavano in questo modo e nemmeno i loro.
Più semplice dunque fare un confronto a parità di alimenti ingeriti.
Consigliare ad un Americano di eliminare il grano vuol dire portarlo inevitabilmente a non assumere più cibo spazzatura, cup cakes, pan cakes, ciambelline varie e porcate varie.
Io una roba così non pensavo esistesse in natura, loro si :



Quindi dire che per evitare di essere obesi si dovrebbe eliminare il grano,  equivale a dire che per evitare un cancro alla pelle sarebbe meglio vivere di notte.
Constatare che le qualità organolettiche degli spaghetti aglio e olio di mia nonna erano più affidabili di quelle dei miei è un dato di fatto invece serio che va approfondito anche se non si deve sfilare in passerella, perché a mio avviso l' obesità in tal caso è solo un fattore di comorbilità.
Per concludere il libro è ancora una volta un inutile lancio di ultima moda fine a se stesso, tra l' altro l' editore italiano non si è preoccupato nemmeno di inserire nell' appendice finale, quella relativa alle eventuali ricette senza grano, cibi commestibili anche per noi italiani, roba che se poi uno volesse dopo 360 pagine avere un' idea di fattibilità del percorso da intraprendere dovrebbe finire col rubare i semi di girasole dalla gabbia del criceto!

lunedì 17 marzo 2014

Posta del cuore: Usurai e strozzini dell' amore


Ultimamente mi sto cimentando, inaspettatamente e involontariamente, nella posta del cuore.
Dopo una vita trascorsa ad avere più soddisfazione nelle frequentazioni maschili che femminili, ora mi ritrovo bene ad avere tanti specchietti intorno e a sentirmi adulata da loro.
Una ragazza ultimamente mi ha posto un quesito dopo aver interrotto una storia di 3 anni con una persona sentimentalmente "confuso, indeciso e mai presente" (cit.). Sorvolo sui dettagli della storia, perché fanno parte di quelle situazioni piuttosto frequenti dove lui "Ogni volta che facevo un discorso serio dicendogli che per me lui eta importante e avrei voluto un rapporto più solido, spariva dicendosi confuso, che doveva pensarci per poi ricomparire dopo settimane, talvolta lo ricercavo io, senza aver preso una decisione"( cit. ).
La mia risposta è stata ardua, temevo che la mia opinione molto diretta avrebbe provocato una chiusura da parte della ragazza, invece ...
ecco la mia risposta:
"diciamo che quando non ci sentiamo sicure di noi e quindi non all' altezza di seguire un percorso lineare ci buttiamo su persone deboli nella speranza di poterle meglio gestire.
Facciamo le usuraie, le strozzine dell' amore.
Pensaci, lui ti ha comunicato subito di non avere " soldi " e tu hai pensato e ti sei sentita forte di questo, che avendone tu un po' da parte potevi fare l' affare.
Lui non te ne ha mai chiesti, ma tu li hai voluti offrire perché speravi di poterli chiedere e con gli interessi. Come tutti gli usurai sei andata periodicamente tu da lui ( lui le tasche le aveva già vuote perché quello che gli avevi dato lo aveva consumato ) perché lui da te non verrà mai sapendo di non poter saldare quel debito. Tu, come spesso capita agli usurai, hai perso il capitale inizialmente investito e sei incazzata, ma non per lui, ma per i soldi persi.
Infatti ti fa stare meglio pensare che alla fine sei tu che gli hai chiuso i rubinetti e non lui che essendo un poveraccio fino ad oggi ha campato grazie a te.
Comportiamoci da banche, attività lecita, che prima di dare i propri soldi valutano il rischio del cliente. Per questo dobbiamo imparare a comunicare, ma soprattutto ad ascoltare e non a fare le gnorri."
e la sua risposta
"@Emanuela grazie, la tua metafora dello strozzino rende proprio l'idea. Non avevo mai considerato la cosa sotto questo punto di vista, mi sembrava sempre di essere la vittima e l'incompresa nel rapporto."
.
L' idea che siamo artefici della nostra fortuna è molto radicata nei miei pensieri, quindi non condivido chi pur notando storture nei rapporti con l' altro sesso, tenda a portarli avanti allo sfinimento colpevolizzando l' altra parte piuttosto che svincolarsi per cercare una posizione migliore.

mercoledì 26 febbraio 2014

Governo


Di recente i commenti che ascolto sul nuovo governo Renzi sono incentrati sulla modalità antidemocratica di assegnazione del potere a quest' ultimo.
Abbiamo un altro presidente non eletto dal popolo.
Un presidente giovane e non bello, ma attivo.
Mi soffermo sulle critiche però del popolo che si è sentito defraudato del ruolo attivo in politica.
La domanda che ho posto alle persone che lamentavano l' assenza di democrazia è stata:
" e a cosa sarebbe servito?"
Sono decenni che nascondendosi dietro al parolone "democrazia" sono coltivati interessi personali tutt' altro che nobili.
La spesa pubblica è stata indirizzata all' acquisto dei voti e il popolo, in nome di un tornaconto personale, ha venduto la sua libertà, la sua intelligenza e il suo diritto alla democrazia.
Quando non si è degni di esercitare un diritto che è un potere notevole, è giusto essere defraudati dello stesso, come quando non si è dei buoni governanti e si viene sostituiti.
Se oggi si fosse proceduti ad un' elezione democratica avremmo avuto un incremento della spesa pubblica già alle stelle e delle scelte che forse con il benessere del popolo italiano tutto non avrebbero avuto molta attinenza.

Gli uomini non buoni temono sempre che altri non operi contro di loro quello che pare loro meritare. (da La mente di un uomo di stato)

Siamo in una fase storica che non esiterei a definire machiavellica, un sovrano sopra tutti perché il popolo tutto è da addomesticare. Siamo lamentosi verso i politici, ma siamo corruttibili e ormai lontani da ogni status deontologico.
Gli interessi da intaccare per una ricostruzione sincera sono tanti, se Renzi saprà essere non eccessivamente accondiscendente e non eccessivamente rigido, saprà muoversi senza figurare come il burattino dimolti.

Quel grande | che temprando lo scettro a' regnatori | gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela | di che lagrime grondi e di che sangue (Ugo Foscolo)

 

martedì 18 febbraio 2014

Ammazziamo il Gattopardo

Nel prologo Friedman spiega il titolo:

Dobbiamo mandare a cuccia in via definitiva quell' animale, quella creatura che Giuseppe Tomasi di Lampedusa ci ha presentato in modo magistrale come l' esempio massimo della cinica resistenza al mutamento reale: " Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi".

Si parte dalla Milano degli anni '80, la Milano da bere, la Milano capitale della finanza, come si diceva, e dove ognuno era al suo posto. Un far west per chi come Friedman ha una mentalità anglosassone, una "democrazia pluralista" per un Bettino Craxi.

L' economia italiana degli anni '80, così gioiosa e soddisfacente per tutti, non segue regole precise, ma adattamenti frutto di menti capaci, ma poco colte, menti italiane con la cultura dell' impasto.

Era un' Italia di poco mercato e tanto Salotto Buono

Per Friedman l'Italia di oggi ha solo qualche regola di mercato e di authority in più, ma pecca di assenza di autonomia delle istituzioni.
I nuovi uomini sono gli ex portaborse del pentapartito e dunque per trovare un vero uomo nuovo bisogna andare sugli under 40 ( il riferimento a Matteo Renzi ).

l' Italia é un paese di conservatori e corporazioni...in Italia chi fa la stecca nel coro viene silurato, chi esce dal branco viene stigmatizzato

sabato 15 febbraio 2014

CATFISH



Tardivamente, rispetto alla sua programmazione, ho scoperto questa serie televisiva.
Il conduttore è Nev Schulman, ragazzo di notevole bellezza e folta peluria, a sua volta catfished ossia bidonato virtualmente.

Nev ha trasformato la sua esperienza da credulone virtuale in successo e ricchezza, realizzando un film autobiografia e poi questa serie televisiva.

La serie televisiva si ripropone di smascherare i truffatori virtuali, quelli che simulano un' identità non loro, che usano foto di altri e che tirano scemi i loro pesciolini più piccoli.
Il campionario di catfish è vasto, si va dalle donne grasse con occhio di vetro che si spacciano per modelle, ai maniaci che si spacciano per modelle, per passare ai gay che si spacciano per modelle, alle amiche del cuore che si spacciano per modelli, ai grassoni che si spacciano per modelli a via dicendo che si spacciano per modelli.

Insomma la prima cosa che emerge è che la virtualità non è diversa dalla realtà e se non sei esteticamente gradevole o interessante, nemmeno virtualmente ti salvi.

Ma veniamo ai catfished, i truffati, le vittime, quelle che non gli basta che uno trovi mille scuse per non incontrarli, vogliono che glielo si dica in faccia.
Sono ragazzi/e che esteticamente non hanno nulla che non vada, che magari hanno anche persone intorno che li contattano per una relazione vera, ma che rifiutano anche proposte di matrimonio in nome dell' amore virtuale del catfifh.

Dei dementi in pratica.

Non nego la forza del coinvolgimento emotivo, anche sul piano virtuale, ma incaponirsi con qualcuno che non ti da nulla e che trova scuse che vanno oltre l' umana comprensione e pazienza per non vederti, sia pure per un problema suo, ma che potresti anche essere tu, non ha senso logico.
Ho conosciuto persone interessanti in rete, tanto da farmi desiderare di conoscerle meglio anche di persona, ma non tanto da portarmi a vivere una relazione puramente virtuale e distruttiva.
Il fatto che a un certo punto mi fossi resa conto del meccanismo vuoto in cui stavo per cacciarmi e mi sia tirata indietro, non mi ha salvata da una pofonda delusione, ma mi ha fatto risparmiare il peggio.

Per quanto si possa trascorrere mesi o anni a parlare con una persona a distanza, cominceremo a conoscerla solo dopo il fatidico "primo appuntamento".
Se questo vi viene negato, non perdete più altro tempo.

venerdì 14 febbraio 2014

Piccole bulle non crescono


Questa mattina mi arriva una telefonata mentre guido, lui è un mio vecchio amico e mi dice:
Auguri!
Io resto perplessa, anche perché l' ultima volta che ci eravamo sentiti avevamo litigato, e rispondo:
Per cosa?
Lui: Per S. Valentino!
Io: Ma io non sono la tua fidanzata!

Il fatto che mi sopporti da molti anni lo rende una persona speciale più di quanto lo sia io.
Buon S. Valentino!

mercoledì 12 febbraio 2014

San Valentino



Tra un paio di giorni saranno fiori, baci e pelouches vari a ricordarci, qualora ce ne fossimo scordati, che bisogna fermare tutto e dedicarci alla persona amata.
Ci sono un sacco di persone che odiano questo giorno più del Natale quando si è orfani.
A volte non perché si sia propriamente soli, perché una mezza persona ci sarebbe pure, ma perché proprio avere una specie di surrogato del partner è più avvilente del non averlo del tutto.
E la giornata dell' amore per definizione non può non farti sentire malinconico e vuoto.
Soprattutto se proprio quel giorno hai voglia di una pizza e tutti i locali accettano solo coppie.
Una soluzione per star meglio c' è: chiudere proprio quel giorno ogni situazione per voi ambigua.
Se si percepisce che l' altra persona non ha un sincero interesse per voi, ossia non vi mette al centro delle sue priorità, ma venite persino dopo il postino con la raccomandata da firmare, non avete più scuse o tempo da perdere.
Se lui o lei non usano con voi la parola domani, ma temporeggiano, se non hanno curiosità per la vostra persona, salutate e dite stop.
Meno spiegazioni si danno meglio è, e poi avete perso fin troppo tempo.
Prendete questa data come il capodanno delle non relazioni: si chiude un capitolo e si aspetta che il futuro riservi di meglio.

Radio Star

In questi giorni sto seguendo le Olimpiadi di Sochi.
Ieri su Cielo ho fatto una gran scorpacciata di pattinaggio di figura in coppia al termine delle gare ho atteso il commento sulle escuzioni, invece a commentare avevano messo un grassone calvo che indicava Sochi come un non luogo al di fuori del quale meglio non guardare e mostrava una fotografia di una sportiva che a lui interessava molto, sessualmente parlando.
Sono rimasta delusa, cosa c' entrava lo sport con quei commenti?
Purtroppo il mistero si è svelato subito, il grassone non era altri che uno speaker di Radio 105
e radio 105 è una radio di serie B nota non per la musica, ma per l' uso di un linguaggio identico a quello degli ultimi 5 minuti della scena finale dei Soliti Idioti2, da sempre.
Hanno un target ben definito e va bene così, io ascolto ciò che mi pare e non ascolto ciò che mi rompe le scatole.
Non condivido però il farmeli ritrovare in ambiti differenti e a me graditi.
Ad ogni modo vado oltre.
Questa mattina però mi arriva una nuova ferale notizia, il grassone calvo ha colpito ancora, ancora una volta si pretende di parlare di argomenti che con il target della radio non c' entrano nulla e non c' entrano nulla con i titoli professionali degli speaker e dunque usare il solito linguaggio da bonzi ritardati per parlare di endometriosi non può che far formulare perle di ignoranza che relegano la donna affetta da tale patologia all' immagine di una non donna più simile ad un trans.
Il danno è fatto, la protesta insorge e i bonzi si scusano parlando di autoironia.
In considerazione del target della stazione radio credo che sia superfluo cercare di innalzare gli ascolti parlando di temi medici, si può continuare a parlare di ingoi e puttan tour milanesi senza scalfire il proprio successo!



lunedì 27 gennaio 2014

Per dieci minuti

Il motivo per cui scrivo di libri non è il volerli recensire, ma appuntare.
So che la memoria di una buona lettura mi lascerà col tempo solo immagini e sensazioni, quindi cerco di fermare concettualmente alcuni passi e spunti che man mano nascono.

Il libro di Chiara Gamberale punta a smontare gli equilibri personali che si formano in un rapporto di coppia e lo fa levando il secondo elemento della coppia, ossia il pilastro su cui ci si poggia per non cadere.
Levandolo si ha la sensazione iniziale di smarrimento e vertigine, man mano che il libro procede l' elemento della coppia rimasto in bilico riacquista equilibrio e poi stabilità.

Si diventa così sordi, quando la paura di perdersi supera la voglia di trattenersi...

La verità è che quando crediamo che tutto sia perfetto e in ordine è solo perché abbiamo chiuso tutte le porte che permettevano accessi alla nostra cameretta interiore.
Ogni porta che si spalanca può permetter l' ingresso a folate di vento che spostano i centrini e gonfiano le tende.
Il caos!
Ma si può vivere con porte e finestre sigillate per paura di un cambio d' aria?

Chissà perché certi abbandoni sono così netti e certe conquiste così vaghe.

Nessuno leggendo il libro si augurerebbe che i due coniugi tornino assieme, eppure segretamente ognuno spera che le cose stiano come benevolmente pensa lei e che l' altra parte abbia avuto una reazione sbagliata ad un altrettanto sbagliato modo di vivere di lei.
Ma a volte non siamo solo nell' unica maniera in cui ci facciamo conoscere e in cui ci siamo accomodati, ma abbiamo altre opportunità che potremmo esplorare per conoscerci meglio.

Noi, prima, perché gli altri verranno dopo.

Una minore intensità di aspirazioni senza dubbio permette una maggiore coincidenza con la nostra vita.

Più sono alti i traguardi che ci poniamo, meno facile sarà accontentarsi della situazione attuale.
Talvolta basta una parola, anche maldestra, per interpretarla come amore. Senza o con poche aspirazioni si può chiamare amore anche un cazzotto.
Perché è così che spesso accade, ciò che per alcuni è arroganza per altri è fragilità.

Insomma: è stato proprio lui che mi ha aiutata a prendere fiducia in me stessa, che, più o meno consapevolmente, ha domato le mie insicurezze...e adesso non sopporterebbe la persona che proprio grazie a lui sono diventata?

Il paradosso di alcuni rapporti è che la crescita reciproca non aiuti all' avvicinamento, ma al rifiuto.

Per chiudere sul libro direi che è una lettura senza pretese, la scrittrice tra l' altro risente di una mancanza di cultura matematica elementare dato che scrive in un punto che "meno più meno fa più".
Per il resto è buono per qualche spunto di riflessione, ma molto leggero. 








lunedì 20 gennaio 2014

Ad Abundantiam

"Persone di agghindato aspetto e di parole artificiose sono raramente virtuose.Confucio"

Il Rispetto




"Impara il rispetto di te. Ma che cosa accidenti ti spinge a perdere il tuo tempo e la tua dignità in vicende di tale vuotezza, di tale meschinità, di tale orrore umano e relazionale? Decidi bene che la prima cosa e più importante della tua vita è scoprire la dignità e il rispetto di te e che niente-niente-niente viene prima."

Questa frase l'ho estrapolata dal web ed è di Ilaria Cardani.
E' un concetto fondamentale perché nelle relazioni umane spesso ci si lascia prendere dall' inseguimento di obiettivi non tanto irraggiungibili quanto inesistenti e inutili.
Una persona con un minimo di esperienza di vita sa che le persone più affascinanti solo quelle più pericolose, ma la pericolosità non va vista nell' ottica di valore aggiunto da attribuire alla persona, ma di instabilità e inconsistenza.
Usare la manipolazione nel linguaggio è tipico di persone anche intelligenti, purtroppo.
Ho letto persone che nella rete lanciano messaggi come ami nell' oceano, e poi ho visto pesci piccoli abboccare e poi essere divorati.
Il problema è saper individuare la consistenza nelle parole che ci vengono rivolte.
Molto spesso le frasi del manipolatore sono come i marshmallow, dolci e molto buoni, gonfi e in apparenza anche solidi, ma non appena ne tocchi la consistenza vedi che si sgonfiano come fiocchi di cotone.
Non si può perdere il proprio tempo dietro dei fiocchi di cotone, se non perché si è consapevoli di avere davanti un fiocco di cotone.
Se si vuole mantenere un rapporto con persone di questo tipo anche perché capita che non si possano eliminare in quanto potrebbero essere colleghi o parenti è bene prenderle seriamente, dal loro punto di vista, ma giocarci dal tuo.

giovedì 16 gennaio 2014

La strada verso casa


Quando scelgo un libro da leggere evito quelli con la copertina cartonata con sovraccoperta,
Perché di solito sono romanzi d' amore o genere fantasy, e le categorie non le amo.
Evito inoltre quelli di autori commerciali, per questo ho sempre storto il naso davanti ai volumi di Fabio Volo.
Poi un giorno vedo un film e lo trovo carino, e il film è tratto dal romanzo di Fabio Volo " un giorno in più ".
Mi sorge il dubbio che forse schifo schifo questo scrittore non deve fare, ma sono scettica e passa altro tempo prima di capitolare. Ora che sono capitolata posso esprimermi e sarò positiva a riguardo perché la scrittura è semplice e immediata, ringraziando il cielo non ci sono frasi ad effetto Twitter del tipo di quelle scritte da Baricco : " tutto li stupiva, in segreto anche la loro felicità " .
Pertanto trovo normale che chi usa i libri per ritagliare quelle frasi da sfoderare nelle occasioni mondane, dovendo invece leggere l' intero volume per elaborare un unico significato da costruire con le proprie parole, resti spiazzato e cassi libro e autore insieme.
Invece, a sorpresa la trama c' è ed è pure ben costruita.
I protagonisti sono due fratelli caratterialmente diversi e complementari, le storie non sono romanzate, ma fastidiosamente realiste.
Chi lo ritiene un romanzo per teenager deve fare i conti con l' idea che quel comportamento da teenager oggi effettivamente lo hanno i quarantenni, come quarantenni sono i protagonisti, e dunque la fascia d' età che abbraccia è molto ampia.
Non ci sono animali domestici e notti buie e tempestose, ma la pura praticità reale di chi deve lavare il sedere al padre disabile senza tante manfrine, ed ogni gesto così poco nobile viene descritto senza esaltazioni o enfasi particolari, come effettivamente lo vivremmo.
È un romanzo da testa sulle spalle e non da dramma teatrale.
La quotidianità scorre anche senza fiato corto.
E a me sta bene.

martedì 7 gennaio 2014

E' difficile o inutile?


Con questo quesito ho chiuso una mail inviata al prof. Giacobbe.
Fino a che punto è possibile e sano spingersi con una persona verso la quale proviamo affetto, ma che sappiamo poter essere distruttiva per noi.
Parto dall' analisi di due libri " Confessioni di una sociopatica " di M. E. Thomas e il noto " Donne che amano troppo " di R. Norwood.
Li ho messi a confronto perché mi pare che si possano vedere come facce di una stessa medaglia.
Nel libro della Norwood la vittima è protagonista, nell' altro è la sociopatica a parlare di se e per se.
La Thomas appare sin da subito fiera del suo disturbo e tutto il libro è imperniato della sua orgogliosa capacità di riuscire negli obiettivi.
Mi chiedo cosa possa essere a questo punto definito disturbo o male se la persona che dovrebbe essere "vittima" di quel male non lo percepisce come tale, ma anzi lo vede come un punto di forza.
Una persona dominante viene vista come capace, attiva, dinamica e affascinante, soprattutto.
Una persona capace nella sua professione perché è la sua professione a richiedere proprio determinati requisiti caratteriali per cui non deve esistere lo scrupolo, la vergogna o il rimorso perché dovrebbe essere curata ?
Qualcuno mi potrebbe rispondere che una valida ragione potrebbe essere l' evitare di immettere nella società individui pericolosi, pericolosi non perché fisicamente violenti, ma perché manipolatori di altri soggetti che per subire il fascino di queste persone devono essere dei dipendenti affettivi.
E ora il mio sguardo si posa sulla vittima.
A mio avviso elemento più pericoloso del carnefice.
La vittima è socialmente passiva, non esercita fascino, non domina, le hanno scritto un libro mica se l' è scritto lei orgogliosa di esserne protagonista.
La vittima tende alla depressione se il carnefice le fa del male, ma anche se non glielo fa, perché lei quel male lo vuole sentire per sentirsi viva.


Delle due figure preferisco la prima.
Una persona nevrotica manifesterà prima o poi i segnali del suo disturbo e serenamente possiamo allontanarcene senza essere perseguitati.
Nel caso di un dipendente affettivo è difficile staccare la spina senza che l' altro blocchi la mano.
Il prof. Giacobbe mi scrive " Cara Emanuela, la dipendenza affettiva è un sintomo infantile. Non ti ami abbastanza per stare bene con te stessa e avere bisogno di un altro comunque sia anche nevrotico? ".
Star bene con se stessi è punto d' inizio per poi aprire la porta di casa e andare in direzione del mondo, chiunque lo popoli.
Fermarsi per dare una mano a chi in quel momento ha bisogno è umana e positiva solidarietà.
Andare oltre, facendosi tirare dentro discorsi che ci spostano dal punto di equilibrio che noi, in quanto adulti, abbiamo persino il dovere di cercare è infantile.
Due bambini in coppia non avranno mammelle da succhiare e dunque sarà impossibile trovare beneficio dall' essersi spostati dallo stato di infante individuale a quello di infanti in coppia o peggio ancora, in caso di amanti, di nido senza adulti.
Un adulto può aiutare un bambino fin quando l' età anagrafica di quest' ultimo rientra nei parametri che lo identificano di diritto come bambino, un adulto non ha interesse nell' aiutare chi non è capace di crescere, operazione che deve essere individuale.
Quindi i bambini adulti sono condannati a trovare partner genitoriali, imperfetti ma non adulti.