Induzione (suggerire l'idea all’altro)
La
grande forza del narcisista perverso è l'arte dell'induzione. Essa si
applica per provocare sentimenti negli altri, reazioni, azioni, o,
viceversa, per inibirli.
Lui agisce in un certo qual modo come un mago malefico, un ipnotizzatore abusivo.
Evitando di esprimere all'altro ciò che pensa, di illuminarlo sulle sue
intenzioni, procede per allusione, senza mai compromettersi. Procede
allo stesso modo se intende negare un qualcosa a priori. L'altro, che
non aveva intenzione di chiedere nulla, si sentirà preso in contropiede
senza sapere esattamente perché: si riprometterà allora di non chiedere
nulla che possa mettere in dubbio la sua onestà personale, entrando
inconsapevolmente nel gioco del perverso narcisista. Quest'ultimo, oltre
a tenere sotto controllo la sua "vittima" imposterà volentieri il suo
discorso su un messaggio moralizzatore e
si mostrerà come un essere " nobile e puro", forzando l'altro, che non vuole essere rifiutato, ad identificarsi in questa morale.
Incoerenze e contraddizioni.
Felice
e orgoglioso del suo colpo, il perverso narcisista potrà anche
elogiarsi presso terzi del suo successo, affermando: “l'altro lo aveva
meritato, poiché era troppo stupido e ingenuo”. Ma anche quando le
contraddizioni del suo comportamento scoppiano, seminando dubbi sulla
sua personalità, sulle sue intenzioni o sulla sua sincerità, riesce
generalmente a recuperare i suoi errori e ripristinare la bella immagine
di sé che ha lasciato fendere per mancanza di prudenza. Affermerà
allora, per esempio, che ha scherzato e cercava soltanto di testare il
suo interlocutore. Di solito,
gli si scuserà tutto, perché sa
rendersi simpatico e soprattutto perché ha sempre una spiegazione per
giustificare un comportamento improvvisamente contraddittorio. L'errore
" disastroso" sarà messo sul conto di una debolezza momentanea, di
una stanchezza, di un sovraffaticamento, di una malattia. Concludendo
insomma, si dirà che ogni persona "perfetta" è fallibile.
"
Il perverso narcisista è capace di sostenere un punto di vista un giorno e difendere le idee inverse l'indomani,
giusto per fare rimbalzare la discussione o, deliberatamente, per
colpire. " (Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali", pagina,108)
L'uso di messaggi paradossali.
Il
narcisista perverso si compiace nell'ambiguità. Con i suoi messaggi
paradossali, doppi, oscuri, blocca la comunicazione e pone la sua
vittima nell'impossibilità di fornire delle risposte appropriate, poiché
non può comprendere la situazione. Si esaurisce a trovare soluzioni che
saranno per definizione inadatte e respinte dal perverso di cui
susciterà le critiche ed i rimproveri. Completamente sconcertata,
affonderà in depressione o nell’angoscia (vedi Marie-France Hirigoyen,
"Molestie morali", " La comunicazione perversa", p. 111).
Calunnie e insinuazioni
Il
narcisista perverso ha il talento di diffamare senza dare l’impressione
di toccare, prudentemente, dando l'apparenza di obiettività e della
massima serietà, come se non facesse che riportare parole che non sono
sue. Spesso
non porta un'accusa chiara, ma si accontenta di allusioni velate, insidiose. Alla lunga, riuscirà a seminare il dubbio,
senza avere mai pronunciato una frase che potrebbe farlo cadere sotto un'accusa di diffamazione.
Utilizzerà il potere della ripetizione e non cesserà di mettere in
dubbio l'onestà delle intenzioni dell'avversario che vuole abbattere, in
base alla tendenza umana di credere "che non c'è fumo senza arrosto ".
Uso di false verità enormi e credibili.
La
comunicazione perversa è al servizio di questa strategia. È fatta prima
di false verità. Successivamente, nel conflitto aperto, fa aperto
ricorso, senza vergogna, alla menzogna più grossolana.
Qualunque cosa si dica, i perversi trovano sempre un modo per avere ragione,
tanto più che la vittima è già destabilizzata e non prova,
contrariamente al suo aggressore, alcun piacere a polemizzare. Il
turbamento indotto nella vittima è conseguenza della confusione
permanente tra la verità e le menzogne. La menzogna nei perversi
narcisisti si fa diretta soltanto durante la fase distruttiva. Si tratta
allora di una menzogna a dispetto di ogni evidenza. É soprattutto e
prima di tutto una menzogna convinta che convince l'altro.
Indipendentemente dall'enormità della menzogna, il perverso vi si aggrappa e finisce per convincere l'interlocutore.
Verità o menzogna, ai perversi importa poco: è vero ciò che dicono in
quel dato momento. Queste falsificazioni della verità sono a volte molto
vicine ad una costruzione delirante. Qualsiasi messaggio che non è
formulato esplicitamente, anche se ne traspare il senso, non deve essere
preso in considerazione dall'interlocutore. Poiché non vi è alcuna
traccia oggettiva, non esiste. La menzogna risponde semplicemente ad una
necessità di ignorare ciò che lede il suo interesse narcisistico.
Questo è il motivo per cui si vedono molti perversi circondare la
propria storia di un grande mistero, che induce l'altro a farsi una
convinzione senza che sia stato detto nulla: “nascondere per mostrare
senza dire.” (Marie-France Hirigoyen, Molestie morali, pagina 94).
Porsi come una vittima
In
occasione delle separazioni, i perversi si pongono come vittime
abbandonate, dando loro il ruolo migliore e permettendo di attirare un
altro partner, consolatore. Può farsi passare per debole, per “il cane
perso senza collare”, cane bastonato dagli occhi tristi, di cui
vorranno precisamente occuparsi le donne materne, devote, quelle con la
vocazione di crocerossina, quelle che esistono soltanto dalla devozione
agli altri, coloro che diventeranno la loro futura vittima. Questo al
fine di farle cadere nella sua rete.
Egli, infatti, ha un talento incredibile nell’impersonare il ruolo di vittima. Come un incredibile talento nel
fingere
di essere malato o irresponsabile o approfittare di una malattia (reale
o immaginaria),di un incidente, usare o approfittare di un handicap
reale, ecc..
Inibizione del pensiero critico della vittima
Durante
la fase di condizionamento, l'azione del perverso narcisista sulla sua
vittima consiste principalmente nell'inibirne il pensiero. Nella fase
successiva, suscita in lei sensazioni, azioni, reazioni, attraverso
meccanismi di ingiunzione o di induzione. "Se l’altro ha sufficienti
difese perverse per giocare al rilancio, si scatena una lotta perversa
che si concluderà soltanto con la resa del meno perverso dei due.
Il perverso cerca di spingere la sua vittima ad agire contro di lui (a
farla agire in modo perverso)per poi denunciarla come "cattiva".
Ciò che conta è che la vittima sembri responsabile di quello che le
capita. " (Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali" a pagina 122). La
cosa più difficile per la vittima è non entrare nel gioco, nei
particolari giochi di conflitti artificiali, causati dal perverso.
Tattiche estreme (sul punto della confusione)
Se
un'esaltazione può condurre il perversa narcisista a commettere degli
atti di violenza, evita accuratamente di farsi "spedire" alla polizia e
alla giustizia. "Costretto, può farsi passare per matto, irresponsabile
dei suoi atti, perché si sa che i matti possono permettersi
tutto“(articolo 122-1 del nuovo codice penale)( Philinte, in “Le
Misanthrope “)