Nuovo cinema

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giovedì 17 luglio 2014

La dieta Grano Zero

Si sa che con l' arrivo dell' estate le riviste per restare o tornare in forma hanno molto successo, se poi si riesce a pubblicare un intero libro di 360 pagine su una teoria fantasmagorica siamo a cavallo.
L' autore è William Davis e il libro è La Dieta Zero Grano.
Mi ha incuriosita perché da tempo analizzo le interazioni tra alimenti diversi e le reazioni del corpo all' assunzione degli stessi.
Sono convinta che ogni fiore di broccoletto o Big Mac si comporti nei mio pancino con la stessa potenza della pillola contraccettiva serale, da qualche parte del mio corpo il danno o il beneficio avverranno.
Inoltre, pur non essendo celiaca, mi sono sempre poste domande sull' origine di questa malattia comunque nuova, quindi risultato di qualche modificazione recente sui cibi.
Pertanto sono propensa a credere che le modificazioni genetiche sul grano debbano aver portato conseguenze importanti come la celiachia.
William Davis afferma e motiva questo con fonti più solide della mia.
L' autore è un cardialogo e riporta diversi casi clinici da lui risolti proprio tramite l' eliminazione del grano dall' alimentazione del paziente. I benefici andrebbero dall' eliminazione dell' alopecia alla remissione di vari stati infiammatori. In alcuni pazienti si verifica anche una riduzione di peso, ma a mio avviso questo non è dovuto propriamente all' eliminazione del grano.
Collego sicuramente l' aumento di determinate patologie all' assunzione del grano, ma non l' obesià.
A supporto dei miei dubbi riporto questa tabella dove in colore giallo chiaro vengono delimitate le aree dove la concentrazione di individui obesi è < 5 % e man mano che l' intensità del colore è più accesa fino ad arrivare all' arancio le aree indicano uan concentrazione di individui obesi pari al 50 - 55%




E' evidente che l' area relativa all' America del nord ha un importante presenza del dato in esame e stando all' autore il principale indiziato sarebbe il grano. Se così fosse l' Italia, maggior consumatore di pane e pasta al mondo, dovrebbe avere un' area marcatamente rossa, invece abbiamo una buona percentuale di individui magri rispetto a quelli obesi. L' analisi della distribuzione e della frequenza della celiachia in Europa e in America non rafforza l' ipotesi di un collegamento tra maggior consumo di prodotti a base di glutine e malattia.
L' autore commette l' errore di sottointendere che l' alimentazione dei nostri nonni fosse identica alla nostra, con l' unica differenza nella qualità dello stesso prodotto.
Ossia mia nonna mangiava un piatto di spaghetti ed era sana, perché quel grano non era geneticamente modificato, mentre io mangio un piatto di spaghetti realizzati con farine ormai interamente modificate.
Io mi ammalo, lei ha campato cent' anni.
Mi risulta che nel nord America più che un piatto di spaghetti con pomodorini freschi mangino roba più o meno così


E che mangiare cibo qualitativamente scadente e molto grasso sia un fattore culturale.
I miei nonni non mangiavano in questo modo e nemmeno i loro.
Più semplice dunque fare un confronto a parità di alimenti ingeriti.
Consigliare ad un Americano di eliminare il grano vuol dire portarlo inevitabilmente a non assumere più cibo spazzatura, cup cakes, pan cakes, ciambelline varie e porcate varie.
Io una roba così non pensavo esistesse in natura, loro si :



Quindi dire che per evitare di essere obesi si dovrebbe eliminare il grano,  equivale a dire che per evitare un cancro alla pelle sarebbe meglio vivere di notte.
Constatare che le qualità organolettiche degli spaghetti aglio e olio di mia nonna erano più affidabili di quelle dei miei è un dato di fatto invece serio che va approfondito anche se non si deve sfilare in passerella, perché a mio avviso l' obesità in tal caso è solo un fattore di comorbilità.
Per concludere il libro è ancora una volta un inutile lancio di ultima moda fine a se stesso, tra l' altro l' editore italiano non si è preoccupato nemmeno di inserire nell' appendice finale, quella relativa alle eventuali ricette senza grano, cibi commestibili anche per noi italiani, roba che se poi uno volesse dopo 360 pagine avere un' idea di fattibilità del percorso da intraprendere dovrebbe finire col rubare i semi di girasole dalla gabbia del criceto!

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