Una tomba per le lucciole.
Il 10 e l' 11 le varie sale cinematografiche hanno trasmesso uno dei capolavori dell' animazione giapponese " La tomba delle lucciole " del regista Isao Takahata.
La novità sta nel nuovo doppiaggio che ha l' intento di essere più fedele alla versione originale di quanto non avesse fatto il precedente, perché le opere giapponesi, rivolte e pensate per un pubblico giapponese, non possono essere adattate ad uno spettatore diverso se non snaturandole.
Il pubblico italiano deve leggere l' opera contestualizzandola e non adattandola ai suoi gusti.
E' un film che si rivolge ad un pubblico adulto, potente nel contrasto dato dal realismo e crudezza del fatto storico e la morbidezza e il colore tipici dell' animazione.
Il regista decide di calare lo spettatore subito nel clima drammatico fin dal primo fotogramma.
Nel corpo proteso avanti del giovane Seita ormai prossimo alla morte, seduto a terra e con labbra che mostrano i segni evidenti della disidratazione e del mal nutrimento. Sarà il posarsi di una mosca sul viso a darci conferma del suo decesso.
Unico tesoro nelle sue tasche una scatola di latta contenente i resti della sorellina.
Non ci sono punti di svolta, crescendo di tensione, la linea di drammaticità si mantiene alta per tutti e novanta i minuti di proiezione e non puoi solo che decidere se lasciarti andare subito all' emotività o attendere ancora un po'.
Di fronte alla guerra la solidarietà scompare per dare posto ai singoli istinti di sopravvivenza, solo il protagonista quattordicenne pare non seguire questa legge e manifesta un moto di orgoglio che sarà fatale per lui e la sorellina.
L' amore della piccola per "il fratellone", che le dovrà nascondere la morte di " mammina " e reggere da solo ogni tipo di umiliazione e l' attaccamento profondo dei due orfani, genera un altro contrasto, ossia quello del silenzio assoluto dei sentimenti degli adulti che non avranno tempo e modo di aiutare i due fratelli.
Il profondo senso di ingiustizia non lo si avverte nei riguardi degli esseri umani che nell' animazione non vengono presentati con personalità differenti vittime indistinte degli eventi, ma nei riguardi del tempo troppo breve per dare modo di rendersi conto dei cambiamenti e troppo lungo per riuscire ad abbracciare la via d' uscita.