Nuovo cinema

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lunedì 30 novembre 2015

All' inferno fa freddo



Di libri così ben strutturati ne ho letti pochi, questo è un libro ben strutturato.
Ogni racconto è preceduto dall' introduzione di un altro scrittore.
E così Erri De Luca introduce il racconto di Ventura, Corrias quello di Marsi, Luglio- Maggio e così via.
Ma non sono racconti frutto della propria fantasia di scrittori sul tema, sono storie vere affidate alla cura di queste voci narranti protagoniste di copioni su una non vita.
E' tangibile la potenza di una legge che disumanizza gli uomini in virtù degli errori commessi.
Nei racconti dei detenuti non c'è un prima, un perché, quello è accettato e alle spalle non ci sono solo gli errori, ma una vita che con le sue dinamiche è preferibile sia cancellata per dare posto a un ambiente dove è bene, per la propria salute mentale, istituzionalizzarsi quanto prima possibile.
"Il carcere è il tempo dell' attesa. E la cella dei transiti, quella dove non si ferma mai nessuno, che nessuno pulisce, che nessuno arreda, è quella dove l' attesa di moltiplica "
Ed è necessario farsene una ragione di quest' attesa infinita, di famiglie che si allontanano, di genitori, mogli, figli che ti lasciano al tuo destino.
E non puoi permetterti di chiederti perché, nulla ha più senso, ma soprattutto nulla può più essere afferrato, discusso, preteso, se fa parte della vita esterna, quella che per gli altri prosegue.
La tua è limitata da una cella e pensi persino alla sfortuna di un gatto, unico essere, e non più animale, da compagnia, di essere rimasto orfano di fratelli e genitori, in realtà quel gatto sei tu.
Poi capita di avere un guizzo, un pensiero, di cercare un modo proprio per tornare liberi.
Capita che umanamente, nel tentativo di stringere una cordicina al collo per fare aderire il sacchetto di plastica al viso faccia ribellare il corpo, ma la voglia di tornare liberi è più forte e all' improvviso consente di tornare uomini attraverso la morte.

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